Gestione del Rischio Fiscale Nelle Imprese e Responsabilità Penale del Professionista

Decisioni, attività e operazioni assunte da un’organizzazione aziendale possono generare aree di incertezza sul rischio relativo alle attività di business svolte. Alcune di esse riguardano gli aspetti fiscali e possono, in particolare, riguardare:...

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Derivazioni Penal-Tributarie Ricavabili dall'Orientamento Giurisprudenziale sul cd. "Transfer Pricing Interno"

Nella valutazione ai fini fiscali delle manovre sui trasferimento dei prezzi tra società facenti parte di uno stesso gruppo ed aventi tutte sede in Italia (cd. "transfer pricing domestico o interno") va applicato il principio di carattere generale...

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La Responsabilità Penale dei cd. "Buffers" (o "Filtri") Nelle "Frodi Carosello" in Materia di IVA: gli Orientamenti Della Giurisprudenza

Nel campo delle cd. "frodi carosello" in materia di IVA, danti luogo a possibile responsabilità penale per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false (art. 2 D.Lgs. n. 74/2000) od emissione di fatture per operazioni inesistenti (art. 8 stesso D.Lgs.)...

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Denuncia Antiriciclaggio per Tutti i Reati

Autore: Ivo Caraccioli

Le raccomandazioni Gafi (Gruppo d’azione finanziaria internazionale) approvate l 15 febbraio su antiriciclaggio e terrorismo, hanno risolto in senso affermativo il problema se tutti i reati tributari (in materia di imposte dirette e di IVA) costituiscano presupposto dell’obbligo di denuncia di operazioni sospette previsto dall’articolo 41  del Dlgs 231/2007 (il provvedimento che ha attuato le direttive comunitarie 2005/60/Ce e 2006/70/Ce sulla prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività criminose e finanziamento del terrorismo).

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La responsabilità del tax adviser nell’ordinamento penaltributario italiano

I consulenti fiscali delle società possono correre il rischio di essere incriminati per reati fiscali a titolo di concorso con i soggetti interni alle stesse, che abbiano sottoscritto le dichiarazioni; per evitare il rischio non basta sostenere di essersi limitati a dare dei consigli e a prospettare, in via ipotetica, delle soluzioni. 

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Reati Tributari in Cerca di Definizione

Il caso ha voluto che, come esistono due “decreti 231” (quello del 2001 in materia di responsabilità degli enti e quello del 2007 in materia di antiriciclaggio), esistono anche due articoli in materia penal-tributaria, i quali creano tanti problemi applicativi e che molte volte vengono contestati dal fisco in materia impropria o quanto meno discutibile.

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Strumenti deflattivi del contenzioso e adesione ai pvc. Profili critici

L’ordinamento prevede una serie di strumenti mirati a prevenire il contenzioso tributario – accertamento con adesione, conciliazione giudiziale, adesione ai processi verbali di constatazione – che sono strutturati in forme diverse e consentono il perseguimento di obiettivi diversi.

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Responsabilità penale del Professionista nella nuova crisi d’impresa

Il “Decreto crescita e sviluppo” (DL 83/2012), modificando la Legge fallimentare (RD 267/42) in materia di istituti di composizione della crisi di impresa, è intervenuto ad integrare la disciplina della figura del professionista attestatore definendone i requisiti soggettivi e di indipendenza, nonché funzioni e responsabilità. 

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Rischio Penale sull'Abuso del Diritto

L'Autore evidenzia come il ricorso all'abuso del diritto per legittimare accertamenti sia accompagnato, sempre più frequentemente, da denunce in relazione all'art. 4 del DLgs. 74/2000 (dichiarazione infedele).
In linea generale, peraltro, occorre sottolineare come l'abuso del diritto non presenti effetti penali, trattandosi di un istituto estraneo a tali profili. Ed infatti:
- o il comportamento censurato comporta, di per sé, occultamento di elementi positivi di reddito o inserimento in dichiarazione di costi fittizi (superiori alle soglie richieste dalla fattispecie di dichiarazione infedele), con integrazione del reato senza che l'abuso del diritto abbia alcun rilievo;
- o, se si tratta di operazioni di riqualificazione giuridica del negozio, in cui non si ravvisano le condotte di cui sopra, il reato non esiste e la denuncia non deve essere presentata.

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Condono Senza Effetti Penali

L'incompatibilità del condono IVA della L. 289/2002 con il diritto comunitario (affermata, in primo luogo, dalla Corte di Giustizia CE con la sentenza 17.7.2008 causa C-132/06) comporta che il giudice nazionale debba disapplicare la relativa normativa. Pertanto, per coloro i quali avevano aderito alle sanatorie, fermi restando i termini di decadenza, è possibile sottoporre ad accertamento i periodi d'imposta condonati. Ciò ha riflesso anche in riferimento alla copertura penale che il condono prevedeva: infatti, salvo quanto si è in procinto di esporre, da Cass. n. 34871/2010 si potrebbe desumere l'affermazione secondo cui l'illegittimità del condono IVA farebbe venire meno la causa di non punibilità per i reati tributari. Tuttavia, Caraccioli evidenzia che ciò non è stato affermato espressamente dai giudici, che si sono limitati a richiamare la sentenza n. 3674/2010 sulla "rottamazione dei ruoli", e che, tra l'altro, nel caso in oggetto, il contribuente non poteva comunque fruire del condono. In conclusione, l'incompatibilità del condono non potrebbe far venire meno anche le cause di estinzione del reato, siccome deve prevalere il principio di certezza del diritto enunciato dall'art. 25 della Costituzione.

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Frodi a Rilevanza Penale più Ampia

L'art. 29 co. 4 del DL 78/2010 apporta le seguenti modifiche all'art. 11 del DLgs. 74/2000:
- elimina la clausola di riserva "salvo che il fatto costituisca più grave reato", rendendo possibile il concorso con altre fattispecie (in particolare, con la bancarotta);
- semplifica la soglia di punibilità, che da 51.645,69 euro (frutto della conversione dalla lira) passa a 50.000 euro;
- introduce una circostanza aggravante (reclusione da uno a sei anni) nel caso in cui l'ammontare delle imposte, sanzioni ed interessi risulti superiore a 200.000 euro;
- introduce una nuova fattispecie che punisce con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, al fine di ottenere per sé o per altri un pagamento parziale dei tributi e dei relativi accessori, indichi nella documentazione presentata ai fini della procedura di transazione fiscale elementi attivi per una ammontare inferiore a quello effettivo o elementi passivi fittizi per un ammontare complessivo superiore a 50.000 euro (anche in tal caso scatta la reclusione da uno a sei anni per importi superiori a 200.000 euro).
In ordine a tale nuova fattispecie, si osserva che essa:
- diversamente dalla fattispecie di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, che attiene alla fase riscossiva vera e propria, possiede un contenuto meramente dichiarativo (inserimento di dati falsi nella documentazione presentata ai fini della transazione fiscale);
- dal punto di vista dell'elemento psicologico, necessita del dolo specifico, consistente nella finalità di ottenere il pagamento parziale dei tributi e dei relativi accessori;
- presenta rilevanti rischi di concorso da parte dei professionisti.

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Il Segreto dei Revisori Resta un Rebus

Ai sensi dell'art. 9 del DLgs. 39/2010, i soggetti abilitati all'esercizio dell'attività di revisione legale dei conti devono rispettare i principi di deontologia professionale, di riservatezza e segreto professionale. Tale disposizione deve essere conciliata con il disposto dell'art. 5 del DLgs. 139/2005, secondo cui gli iscritti all'Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili hanno la facoltà di astenersi dal testimoniare nei processi penali e civili (artt. 199 e 200 del codice di procedura penale e art. 249 del codice di procedura civile), "salvo per quanto concerne le attività di revisione e certificazione obbligatorie di contabilità e di bilanci, nonché quelle relative alle funzioni di sindaco o revisore di società od enti". Ad avviso dell'Autore, secondo un'interpretazione sistematica delle disposizioni, l'art. 5 del DLgs. 139/2005 dovrebbe prevalere sull'art. 9 del DLgs. 39/2010. Pertanto, in forza della generale tutela del segreto professionale, i professionisti possono astenersi dal deporre, ma questa facoltà viene meno quando vengono svolte funzioni di particolare rilevanza quali quelle di revisione legale.

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