Con la sentenza C-244/08 del 16 luglio scorso, l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia europea, in quanto limita il diritto alla detrazione dell’IVA per taluni soggetti esteri che hanno una stabile organizzazione in Italia. 

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In seguito alla pubblicazione sulla G.U. 4.8.2009 n. 179 della legge di conversione (L. 102/2009) del DL 78/2009 e del DL correttivo (DL 103/2009), entra in vigore, a decorrere dal 5.8.2009, la disciplina relativa al c.d. "scudo fiscale-ter". La norma di riferimento è l'art. 13-bis del DL 78/2009, introdotto in sede di conversione.

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Negli ultimi tempi l'Italia sta lavorando molto per migliorare lo scambio di informazioni fiscali con gli Stati esteri. Infatti, negli ultimi mesi:

• è stata stipulata "ex novo" una convenzione con la Libia che disciplina anche il flusso dei dati contributivi;
• sono stati siglati protocolli di modifica dei precedenti accordi con Russia, Cipro e Malta;
• sono stati avviati contatti e negoziati con una decina di altri Paesi (tra questi, Messico e Barbados).

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La disciplina del nuovo scudo fiscale - ovvero la possibilita' di procedere al rimpatrio o alla regolarizzazione di attivita'  illecitamente detenute all'estero - prevede, tra l'altro, l'incremento delle sanzioni per le violazioni connesse alla compilazione del Quadro RW.

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Gli artt. 12 e 13 del D.L. 1° luglio 2009, n. 781 proseguono nell’azione di contrasto ai paradisi fiscali e agli arbitraggi fiscali internazionali. Come precisato dalla relazione tecnica al decreto, l’obiettivo è, da un lato, quello di prevenire e reprimere fenomeni di illecito trasferimento da, verso e sull’estero che interessano investimenti e attività all’estero di natura finanziaria (art. 12); dall’altro, quello di inasprire la disciplina delle imprese estere controllate e collegate al fine di limitare gli arbitraggi fiscali realizzabili attraverso transazioni infragruppo con strutture localizzate in paradisi fiscali (art. 13).

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Il G20 di Londra ha fornito un decisivo stimolo per una stretta multilivello sui paradisi fiscali. Sul piano sovranazzionale, da parte dell'Ocse, che ha rinnovato il dibattito sull'effettivo scambio di informazioni a richiesta, indipendentemente dal segreto bancario, e sulla trasparenza quali punti-chiave della politica di cooperazione tra i paesi, nonchè della della Commisione Europea (con la Comunicazione sulla "good governance" fiscale, del 28 aprile Com/2009/201).

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L'Autore evidenzia come il c.d. "principio del doppio binario" - in base al quale il processo tributario, volto alla determinazione del debito d'imposta, ed il processo penale, relativo ad eventuali reati tributari, non dovrebbero mai incontrarsi - sia stato affievolito da alcuni interventi giurisprudenziali.

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Nel più ampio panorama internazionale della lotta all'evasione e ai paradisi fiscali, il governo nella manovra d'estate ha previsto specifiche disposizioni anti-elusive dirette a colpire gli illeciti tributari.

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Il co. 1 dell'art. 12 del DL 78/2009 (in attesa di conversione), quale dichiarazione programmatica del governo, chiarisce che gli obiettivi delle stringenti disposizioni antievasione e antielusione sono:
- il miglioramento dell'attuale livello di trasparenza fiscale e scambio di informazioni;
- l'incremento della cooperazione amministrativa tra Stati.

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Con la comunicazione COM(2009)325, adottata lo scorso 2 luglio, la Commissione europea fornisce alcuni chiarimenti sulla portata applicativa delle disposizioni contenute nell’art. 11 della direttiva n. 2006/112/CE, con riferimento al regime dell’IVA di gruppo.

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Alla data del 30 giugno 2009, il network italiano dei trattati per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire l’evasione fiscale si è significativamente ampliato, a seguito:
– della firma del protocollo di modifica con Malta (13 marzo 2009);
– della firma del protocollo di modifica del trattato con Cipro (4 giugno 2009);
– della firma del trattato con Libia (10 giugno 2009);
– della firma del protocollo di modifica del trattato con Federazione Russa (13 giugno 2009);
– della ratifica del trattato con Stati Uniti d’America (legge 3 marzo 2009, n. 20);
– della ratifica del trattato con Belarus (legge 29 maggio 2009, n. 74);
– della ratifica del trattato con Croazia (legge 29 maggio 2009, n. 75);
– della ratifica del trattato con Slovenia (legge 29 maggio 2009, n. 76).

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Lo scambio di informazioni riveste un’importanza fondamentale nell’ambito dell’accertamento tributario, assolvendo a una duplice funzione: da un lato, quella di tutelare gli interessi dell’Erario prevenendo le condotte evasive e, dall’altro, quella di evitare che il contribuente sia penalizzato da fenomeni di doppia imposizione.

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La residenza fiscale è un tema di stringente attualità, in considerazione delle modifiche normative apportate all’art. 73 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (“TUIR”) e dei conseguenti accertamenti, nonché della giurisprudenza comunitaria in materia di abuso del diritto e degli aggiornamenti che l’OCSE ha introdotto al Modello di Convenzione internazionale contro le doppie imposizioni (“Modello OCSE”) e al relativo Commentario. 

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Nella maggior parte dei Paesi dell’Europa continentale, così come negli ordinamenti di common law, la “sede di direzione effettiva” (“place of effective management”) normalmente coincide con il luogo in cui può essere individuato il central management and control della società.

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Il presente contributo completa il contenuto di un precedente articolo nel quale sono state analizzate le prime due “Issues Notes” del documento elaborato in ambito Ocse intitolato “Transfer Pricing Aspects of Business Restructurings Public Discussion Draft”.

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